Flurb to the people

flurb

Posto qui l’interessante intervista realizzata per Digimag 34 da Bertram Niessel al mad professor, Rudy Rucker "scrittore di fantascienza, matematico, programmatore, visionario, tra i principali esponenti della prima ondata cyberpunk"
che ad un certo punto ha pensato bene di costruire una sua propria webzine, FLURB, su cui poter pubblicare tutto cio’ che il mercato maistream e le lobby delle case editrici non avrebbero mai proposto. Non sono un’attenta lettrice di fantascienza contemporanea, ma devo dire che mi ha colpito vedere unpersonaggio, che mi immagino un po’ vecchietto e sempre fricchettone, reinventarsi completamente un canale di produzione collaborativa, mettere in gioco la propria creativita’ non solo per la necessita’ di liberta’ di parola, ma anche per produrre comunita’ e soggettivita’ dirompenti.

——————- 

Bertram Niessen: Il tuo ultimo
romanzo Postsingular è uscito sia in versione cartacea per la casa
editrice Tor che come e-book, sotto Creative Commons, liberamente
scaricabile sul web. Quali sono le ragioni di questa scelta?

Rudy Rucker: E’ tutta colpa di due miei amici, i giovani scrittori di SF Cory Doctorow e Charles Stross.
Loro hanno già utilizzato questo tipo di doppia edizione per i loro
romanzi, ed hanno ottenuto delle vendite molto buone. L’idea è che
l’e-book gratuito genera abbastanza interesse e vendite da compensare
ogni tipo di perdita che si può avere; ci sono persone che comprano il
libro nella versione cartacea, ma lo leggono anche nella versione free
online. La sovrapposizione tra i lettori dell’hardback cartaceo e
dell’e-book forse non e’ molto consistente. La speranza è che chi legge
il tuo e-book gratuito ne parli in giro e lo recensisca sui suoi blog,
generando l’interesse di chi compra libri.

Non
sono ancora sicuro se questa strategia mi abbia aiutato a vendere libri
o meno; può essere che, alla fine, Doctorow e Stross vendano più di me
perché sono più in sintonia con i gusti del pubblico. Magari il loro
successo non ha niente a che fare con gli e-books gratuiti. E’ ancora
troppo presto per giudicare come questa scommessa abbia influenzato le
mie vendite cartacee per Postsingular; ad ogni modo sono state
scaricate circa 30.000 copie dell’e-book (anche se non si è mai sicuri
del fatto che la gente legga l’intero lavoro; una delle speranze è che
inizino il libro, si annoino della schermata del computer e comprino il
cartaceo).

Ho
ricevuto alcune mail molto carine da persone che hanno letto l’intera
opera, alcuni dei quali erano ingegneri che l’hanno fatto (di nascosto)
sulle loro postazioni al lavoro. Un paio di supergeek hanno anche letto
il libro sui loro cellulari o Blackberry. Ad ogni modo, i miei editori
hanno cercato di vendere alcuni dei miei lavori come e-books, ma le
vendite sono appena nell’ordine delle dozzine: a questo punto è chiaro
che la gente, semplicemente, non compra gli e-books. Questo potrebbe
cambiare, nell’arco di cinque anni, se i lettori tipo Kindle
scenderanno da 400$ a 50$.

Bertram
Niessen:
Parliamo di Flurb. Perchè hai iniziato questo progetto? Non
c’era abbastanza spazio sui media tradizionali della SF?

Rudy Rucker: Quello che è successo è che Paul DiFilippo ed io abbiamo scritto assieme un bel racconto chiamato “Elves of the Subdimension”,
ed eravamo freneticamente alla ricerca di una pubblicazione su un
magazine o una webzine prima che venisse pubblicato nella mia antologia
“Mad Professor”. L’ho inviato a qualche webzine, credo che una fosse Strange Horizons,
e il ragazzo ce la mando’ indietro, abbastanza freddamente. Cosi’ ho
detto: chi ha bisogno di tutto questo? Posso fare le grafiche, conosco
altri scrittori, mio figlio ha un ISP, perché non iniziare una mia
webzine? C’è una regola d’oro nell’editoria: meno ti pagano, peggio ti
trattano. Quando scendi al livello più basso, sei giudicato spesso dai
troll dei fan che ti trattano come uno scrittore per hobby (e si
divertono a cucinare a fuoco lento un professionista). Se scrivo
qualcosa che so di non poter vendere a un grande mercato come Asimov’s
o Tor.com, o per una antologia speciale, allora faccio meglio a
pubblicarmelo da solo.

Ho
preso il nome Flurb da un passaggio di Paul DiFilippo, in questa nostra
storia da cui è partito tutto quanto. Alcuni elfi subdimensionali
stanno discutendo di quanto sia strano il mondo umano, e uno di loro
esclama incredulo: “Del Flurbing, loro non sanno!” Adoro quel
passaggio. Credo che potrei definire “flurb” un verbo che significa
“portare avanti un’attività artistica complessa e non commerciale”,
mentre come sostantivo indica “una strana opera d’arte incomprensibile
alla persona media”.

Più
tardi ho cercato sul web ed ho trovato che nell’Urban Dictionary il
termine “flurb” è anche indicato come “una persona ossessionata da
giochi di ruolo per fan”, “crack di cocaina fatto in casa” o “alterare
o indebolire”. E credo che i programmatori usino il termine per
indicare un cambiamento o un aggiustamento in un programma.

Bertram
Niessen:
In Flurb possiamo leggere una buona selezione dei migliori
autori post-cyberpunk degli ultimi anni; sembra che ci sia dietro
qualcosa come una scena che sta ancora andando avanti. E’ vero?

Rudy Rucker: Una scena? Beh, io tendo ad invitare gli stessi amici a scrivere per Flurb ogni volta. Marc Laidlaw, John Shirley, Charlie Jane Anders e Richard Kadrey
in particolare. Shirley, Anders e Kadrey vivono a San Francisco, quindi
li vedo fisicamente spesso. Ma credo che sia più che altro una scena
virtuale. Laidlaw ha anche cercato di mettere insieme alcuni di noi per
scrivere una storia collettiva sotto il nome di Gustav Flurbert, ma non
ha funzionato molto bene. Non credo che nessuno, se non Mark ed io, si
prenderebbe la briga di leggere la cosa. Per lo meno nel mio caso,
avere Flurb come valvola di sfogo, mi ha permesso di scrivere alcune
storie, così peculiari e non commerciali, che non avrei avuto altro
modo per scrivere. Penso in particolare a “The Third Bomb” e “Tangiers Routines”.

Bertram
Niessen:
Sembra che il tuo interesse verso la matematica guidi il
lettore verso un costante mancanza di certezza. Pensi che sia un
paradosso?

Rudy Rucker:
Se tutto quello che conosci della matematica è l’addizione e la
sottrazione, immagini che la matematica sia sicura e inoffensiva. Ma
ciò su cui i matematici lavorano attivamente è spesso strano e
ottenebrante. Stanno investigando mondi che sono irreali e
selvaggiamente non familiari. Qualcosa come la fantascienza.

Bertram Niessen: Conosci altri autori contemporanei che giocano con la matematica come fai tu?

Rudy Rucker: No, nessun altro fa esattamente quello che faccio io. Ma c’è un ragazzo chiamato Alex Kasman che porta avanti una weblist aggiornata di storie di fantascienza matematica: http://math.cofc.edu/kasman/MATHFICT/